ChatGPT e Bitcoin, sostenibilità a rischio
Il consumo energetico derivante dall’infrastruttura decentralizzata di Bitcoin è stato oggetto di studio da parte dell’Università di Cambridge, che ha stimato un consumo annuo di energia pari a 173,2 TWh, una cifra enorme che supera addirittura il consumo energetico dell’intero Egitto.
Questo solleva interrogativi sulla sostenibilità dell’intero ecosistema crittografico. Tuttavia, un altro attore importante nel panorama digitale, l’intelligenza artificiale, non è da meno in termini di consumo energetico.
Un recente studio pubblicato dal New Yorker rivela che ChatGPT, un chatbot di intelligenza artificiale, consuma oltre 500.000 kWh al giorno per rispondere a circa 200 milioni di richieste degli utenti. Questo livello di consumo equivale a quanto consumano più di 17.200 famiglie americane in un giorno, evidenziando l’enorme impatto energetico delle applicazioni di intelligenza artificiale su larga scala.
Il problema del consumo energetico delle IA è noto, ma finora non sono state intraprese azioni concrete per contrastarlo in modo efficace. La crescita esponenziale del settore dell’intelligenza artificiale, con le sue implicazioni economiche, richiede una riflessione seria sulla sostenibilità di questa tecnologia.
Anche figure di spicco nel settore, come Sam Altman, CEO di OpenAI, sollevano l’urgenza di affrontare questa questione.
Altman sottolinea la necessità di una svolta decisiva nel settore energetico, invocando soluzioni come la fusione nucleare o l’energia solare più economica su larga scala. Senza tali innovazioni, la sostenibilità dell’intelligenza artificiale potrebbe essere compromessa.
Ogni interazione con la IA richiede l’uso di server remoti e operazioni complesse, il che comporta un consumo energetico significativo.
Sebbene il consumo attuale dei data center negli Stati Uniti sia solo del 4% circa del totale, è previsto un aumento significativo fino al 6% entro il 2026, evidenziando l’importanza di affrontare il problema del consumo energetico delle IA.
A differenza di Bitcoin, le IA non operano su un’infrastruttura decentralizzata e possono essere soggette a normative specifiche.
Questo potrebbe facilitare l’implementazione di misure per ridurre l’impatto ambientale delle IA. Le grandi aziende tecnologiche come Microsoft e Google sono sensibili alla questione della sostenibilità e potrebbero giocare un ruolo chiave nel garantire che le IA funzionino in modo responsabile dal punto di vista energetico.
In conclusione, il consumo energetico delle IA rappresenta una sfida significativa che richiede azioni immediate.
La comunità tecnologica e gli attori industriali devono collaborare per sviluppare soluzioni sostenibili che garantiscano il funzionamento delle IA senza compromettere l’ambiente.
La ricerca di fonti energetiche pulite e sostenibili potrebbe essere fondamentale per il futuro delle applicazioni di intelligenza artificiale.
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